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I PROGETTI FINALISTI

Ecco i 32 progetti (e rispettivi ideatori) che proseguiranno l’avventura del Lifebility Award!

Clicca sulla categoria per vedere gli Abstract dei rispettivi progetti:

Energia   Energia e Ambiente  Energia

 PROGETTO LB5.043

“SOLUTION”

di Federico Merz

TRENTO

Lo scopo del progetto “Solution” riguarda la produzione di energia elettrica dal processo di decomposizione dell’organico, sfruttando il sistema cella a combustibile microbiologica, in cui il metabolismo dei batteri, che degradano dagli scarti organici, comporta la produzione di elettroni (Habermann & Pommer, 1991; Chen et al., 2001).

L’evoluzione scientifico-tecnologica dell’800 e ‘900 ha permesso all’uomo di trionfare in maniera pressoché definitiva sulla natura. All’alba del terzo millennio, ci troviamo a fronteggiare le conseguenze del progresso che in due secoli ha cambiato la società come mai prima. Dobbiamo ristabilire l’equilibrio che è stato compromesso. L’equilibrio è il fattore portante di un ecosistema, affinché lo stesso possa perdurare, e si basa sulla ciclicità e il rinnovamento delle risorse. Un esempio è la presa di coscienza sulla problematica del cibo, che si è concretizzata nell’Expo 2015. Il progetto in questione, nella sua semplicità, vuole fornire un contributo su questo tema: tanto è importante il cibo quanto i rifiuti
che ne derivano, perché gli scarti organici possono rappresentare una valida risorsa per garantire la sostenibilità.
Nel sistema descritto, gli elettroni vengono convogliati in un flusso che produce energia elettrica sfruttabile.

I batteri responsabili della decomposizione di materiali organici (es. shewanella putrefaciensis; Kim et al., 1999) possono, infatti, essere utilizzati all’interno del sistema cella a combustibile microbiologica per produrre energia elettrica. L’ossidazione di molecole organiche, che è il processo biochimico per cui i batteri traggono energia dai nutrienti, comporta una produzione di elettroni che vengono trasferiti su di un anodo.
L’anodo è collegato a un circuito elettrico cui è connesso un catodo a contatto con l’aria, elemento essenziale per muovere il flusso di elettroni, in quanto l’ossigeno atmosferico rappresenta l’agente ossidante che attrae gli elettroni. Questo flusso è sfruttabile in termini di corrente elettrica.

“Solution” è, quindi, un sistema semplice, a basso costo e originale da un punto di vista ingegneristico. Non avendo la presunzione di sostituire il fabbisogno elettrico di una casa, grazie a questo progetto, si ha la possibilità di gestire ad esempio l’illuminazione di un giardino o di un giro-scale, solamente usando i rifiuti organici comunemente prodotti da una famiglia ogni giorno. Questo sistema risulta essere, proprio per la sua semplicità, accessibile economicamente a una famiglia-tipo ed è scalabile a livello macro (es. comuni, regioni), permettendo a tutti di avere diretta  esperienza sulla produzione sostenibile di energia. I costi stimati per la produzione di n. 100 unità del prodotto sono di 2.200€ (senza manodopera). Tali cifre sono sostenibili sia per la produzione industriale sia per la commercializzazione del prodotto al  consumatore finale: la famiglia.

Questo può essere un modo per accelerare la presa di coscienza sull’equilibrio di cui si diceva.

 PROGETTO LB5.027

“FATTI DI CAFFÈ.

Caffè esausto, da rifiuto organico a materiale”

di Giovanni Frullani

MILANO

La polvere di caffè esausta come risorsa. L’ idea essenziale è trasformare un rifiuto organico abbondante in diversi prodotti dalle proprietà e dall’aspetto unici.

Il caffè sui mercati internazionali ha un giro di affari assimilabile a quello del petrolio e dell’ acciaio; nell’ area UE il consumo medio pro-capite è di 5,20 kg annui, e l’ Italia è al quinto posto fra i paesi maggiori importatori (fonte OIFB). Si tratta ovviamente di quantità enormi, che si risolvono in una grande quantità di materia di scarto; su piccola scala questa realtà è percepibile quotidianamente da ognuno di noi.

E’ proprio a livello locale che questa iniziativa andrà a prendere forma. In particolare nella città di Lucca. Il primo traguardo sarà creare una raccolta capillare di questo rifiuto fornendone il ritiro e lo smaltimento gratuito. I canali coinvolti potranno essere bar, ristoranti, strutture turistiche, distributori automatici, etc.. Si passerà quindi alla vera e propria generazione di prodotti, dando nuova vita ai granuli di caffè. L’ obiettivo principale del progetto è infatti generare applicazioni e oggetti con un buon valore aggiunto che suscitino la curiosità del pubblico. Dopo le necessarie fasi di setacciatura e pulitura, il riciclo avverrà tramite 2 diverse modalità di trasformazione. Esse daranno differenti caratteristiche fisiche agli oggetti in modo da soddisfare vari utilizzi. Comuni saranno le proprietà di leggerezza e di bell’ aspetto decorativo. Il primo metodo consiste in un processo di riscaldamento e pressatura della polvere; si ha perciò un materiale solido composto al 100% da caffè per realizzare vasi, oggetti di arredo e paralumi compostabili.

La loro biodegradabilità intrinseca potrebbe essere funzionale; ad esempio creando vasi (riciclati e  concimanti) da piantare direttamente nel terreno insieme alla pianta in essi contenuta o ad altre istallazioni provvisorie in ambito botanico. Il secondo procedimento prevede invece la miscelazione e la reazione della polvere con resine naturali termoindurenti; un passaggio a temperature elevate garantisce un totale indurimento. L’elemento principale è sempre la polvere di espresso ma l’unione di altre sostanze garantisce migliori proprietà plastiche e di resistenza/inerzia. Il materiale è termoresistente e insolubile, formato da legami covalenti a garantire un’ ottima resistenza. La simil-plastica risultante potrebbe essere utilizzata per creare oggetti da ufficio (copertine per blocchi e quaderni, cover per cellulari/palmari, custodie per PC, scatole, etc..). Interessante e originale sarebbe creare occhiali da sole, sfruttando la leggerezza del composto.

Infine oltre agli obiettivi principali, si potranno sfruttare altre proprietà del caffè. Come il suo impiego da additivo in fertilizzanti e detergenti o la sua capacità di repellere insetti e piccoli animali, grazie al suo aroma pungente. O, ancora, far fruttare il suo elevato potere calorico utilizzandolo come pellet (tecnologia in fase di sviluppo).

 PROGETTO LB5.007

“NUOVI PARADIGMI DI MOBILITÀ  ELETTRICA”

di Giulia Ventisette

FIRENZE

I problemi legati all’utilizzo di carburanti fossili sono noti a tutti. Purtroppo, ad oggi, l’utilizzo di veicoli elettrici è ostacolato da molti fattori legati alla vita moderna, primo tra tutti l’efficienza delle batterie, quindi i tempi di ricarica e le prestazioni che sono in grado di fornire.

L’idea che voglio proporre garantisce tutto un altro tipo di servizio. Partendo dall’applicazione alla mobilità pubblica (quindi autobus elettrici), è un progetto che può essere applicato senza problemi anche alla mobilità delle semplici automobili. Si tratta di veicoli elettrici dotati di batterie più “snelle” rispetto a quelle di cui sono dotati i mezzi attuali, di conseguenza più leggere, che garantiscono minori costi e maggiore efficienza. I percorsi stradali della città a cui viene applicato il progetto devono essere valutati da un punto di vista pratico e statistico, in base alla viabilità, al traffico e agli orari in cui vengono maggiormente attraversati. In base a questi aspetti verranno scelti alcuni tratti della superficie stradale da elettrificare, in modo tale che, al passaggio dei veicoli sopramenzionati si attivino dei sensori (presenti sia a terra che a bordo) che riconoscono il tratto di strada e che permettono l’attivazione del campo magnetico a induzione che ricarica la batteria. È possibile realizzare sia tratti a ricarica statica (nei pressi dei semafori, quando i mezzi sono costretti a fermarsi), che saranno più corti, quindi meno costosi (perché il veicolo staziona sul tratto elettrificato, da fermo), sia tratti a ricarica dinamica, ovvero che siano attivi durante la marcia di un veicolo (tratti più lunghi, per permettere una ricarica che abbia tempi adeguati). In questo modo si ovvia ad un altro problema correlato alle batterie elettriche, ovvero il loro degrado, dovuto al range in cui sono abituate a lavorare.

È noto a tutti che per ridurre al massimo il degrado di una batteria sarebbe necessario non farla mai scendere al di sotto del 30% di carica e non farla mai salire sopra al 70%, ma con i veicoli convenzionali si lavora quasi sempre in un range che va dal 10% al 90%. Nel caso di questo tipo di veicoli il range di utilizzo della batteria è proprio quello ottimale, poiché durante i tragitti percorsi ci saranno tratti non elettrificati dove la batteria si scarica e tratti elettrificati dove la batteria si ricarica, mantenendo il livello di carica circa costante. In figura mostrerò uno studio fatto attraverso un software di simulazione del percorso effettuato (di un autobus di Firenze) e dello stato di carica della batteria durante il tragitto.

  PROGETTO LB5.030

“MICRODIGESTORI PER PRODUZIONE DI ENERGIA DIFFUSA”

di Francesco Viglietta

ROMA

L’idea è quella di diffondere micro-digestori anaerobici presso piccole comunità (frazioni dei Comuni), presso piccoli consorzi di condomini o semplici associazioni informali di cittadini. Presso cioè il più ampio target possibile, così da raggiungere e soddisfare le esigenze di tutto il territorio italiano.

Obiettivo generale è quello di garantire una produzione di energia oltre che verde e rinnovabile, soprattutto diffusa (vicina al luogo di consumo) e continua. Questa tecnologia è da integrare con l’installazione di pannelli solari e/o pale eoliche per ottenere un sistema integrato di produzione di energia: l’embrione di una Smart Grid efficiente. Con questo sistema si potrà perseguire una gestione ottimale dei rifiuti organici in quanto, appunto, sarà utilizzata la FORSU come input principale; almeno nella prima fase del progetto come batteri metanigeni saranno utilizzati quelli contenuti nei fanghi di depurazione. Gli output del processo saranno biogas ed un substrato fertilizzante migliore della torba. Il biogas sarà bruciato in un cogeneratore per ottenere elettricità e calore che andranno a coprire parte del fabbisogno di chi conferisce gli input al sistema. Si vuole sottolineare il fatto che, con l’integrazione ad altre fonti rinnovabili, si potrà ovviare all’inevitabile problema della casualità, dell’intermittenza e della temporaneità limitata della produzione energetica solare ed eolica.

Il carattere di innovazione risiede tutto nella taglia dei digestori. Infatti nel mercato italiano (come in quello europeo del resto) la taglia dei digestori installata copre il fabbisogno di un cogeneratore di minimo qualche decina di Kw: noi vogliamo diffondere sistemi che siano adatti a realtà molto più piccole; questo per realizzare la produzione di energia il più vicino possibile al luogo del consumo e garantire agli utilizzatori un sistema semplice di smaltimento dei rifiuti organici che non abbia bisogno di intermediari. Minori quantità di input genereranno minori quantità di output energetici ma al tempo stesso si tratta di sistemi installabili ovunque che riescono a recuperare input altrimenti persi a causa di una gestione  centralizzata e “di massa” dei rifiuti e degli input in generale: in altre parole si perseguirà anche il riciclo totale dei rifiuti, senza sprechi. Inoltre vanno incontro ad esigenze di comodità e vicinanza espresse dalla popolazione e ad esigenze di spazio tipiche dei condomini e delle piccole comunità. Saranno soddisfatte anche esigenze “statali” visto che si andrà ad alleggerire il servizio di nettezza urbana. Grazie ai risparmi di spesa sulla bolletta energetica l’investimento potrà essere recuperato in pochi anni.

Nello specifico vogliamo installare un primo esemplare di micro-digestore per comprovarne concretamente la fattibilità tecnica e la convenienza economica così da provvedere ad un prototipo con il quale diffondere e vendere meglio l’idea nel territorio italiano e non solo.

 

  PROGETTO LB5.089

“RECYBALL: Campagna di recupero e riciclo palline da tennis”

di Luca Famoos Paolini,  Giorgio Jacobini, Cristina Suglia

ROMA – MILANO

RecyBall è un’iniziativa no profit che ha come obiettivo unico quello di sensibilizzare e organizzare il recupero di palline da tennis usate e cestinate, per la produzione di pavimentazioni sportive da reinserire nel sociale e, a tendere, avviare un commercio con Paesi con un’elevata domanda interna di caucciù (es.Cina).
Il tennis, come altri sport, ha un certo impatto sull’ambiente: innumerevoli palline – perse o rotte – ogni anno finiscono a marcire dentro una siepe, su un prato etc.
Queste innumerevoli palline hanno ancora un gran valore e possono avere un destino migliore.
Le palline da tennis attualmente vengono smaltite nei contenitori per la raccolta indifferenziata. Utilizzando un apposito contenitore, esposto all’interno dei Circoli e Impianti Sportivi e realizzato con un design inconfondibile, si potrà avviare un programma organizzato di raccolta e di riutilizzo e valorizzazione delle palline vecchie, rotte, depressurizzate e che non rimbalzano, ottimizzando l’effettiva raccolta di questi rifiuti e differenziandone il trattamento rispetto a quanto avviene attualmente.

PROGETTO LB5.033

“GARDEN IN THE AIR: it’s time for a green revolution.”

di Michele Ardillo e Angela Vita Maria Paradiso

BARI

Dalla convenzione di Ginevra del 1981 al protocollo di Kyoto del 2002, fino ad arrivare a Europe 2020, l’emergenza dell’inquinamento dell’aria sta diventando sempre più un argomento sottoposto all’attenzione di uomini e donne ogni giorno. Tra i nostri mille bisogni, spicca la necessità quotidiana di riscaldare gli ambienti dove viviamo e quella di disporre di acqua calda: solo per questi due motivi, immettiamo in atmosfera grandi quantità di CO₂ quotidianamente tramite le canne fumarie poste sui tetti delle case di ciascuno di noi; inoltre proprio questi antiestetici comignoli sono elementi che rovinano lo “skyline” delle nostre città.

GARDEN IN THE AIR è la soluzione a questi due problemi che riguardano ciascuno di noi.

Immaginate una pianta tropicale come il bambù, posta all’interno di una teca in plexiglass in corrispondenza della vostra canna fumaria, e immaginate di portare, grazie a una conduttura, parte della CO₂ emessa dalla vostra caldaia all’interno di questo giardino sospeso sulle vostre teste. La prima a creare ossigeno sulla Terra è stata Madre Natura grazie alla reazione di fotosintesi clorofilliana (6 CO₂ + 6 H₂O → C₆H₁₂O₆ + 6 O₂); GARDEN IN THE AIR sfrutta la stessa reazione, realizzata dalla pianta di bambù, e si propone con essa di combattere l’aumento di CO₂ nell’aria.

Grazie a dei piccoli fori praticati sulla faccia superiore della teca i gas di scarico della caldaia, che saranno stati parzialmente purificati dall’ attività fotosintetica della pianta, verranno reimmessi in atmosfera, portando a una diminuzione della CO₂ emessa e migliorando la vivibilità delle nostre città sia nei termini estetici sia in quelli di impatto ambientale.

Nutrizione   Nutrizione e Qualità della vita  Nutrizione

 PROGETTO LB5.038

“SIR WATER: la trasparenza fatta persona”

di Matteo Serra e Giovanni Stupino

TORINO

Come sappiamo, l’uomo è composto da una grande percentuale d’acqua, e qualità di acqua assunta e qualità di vita sono strettamente correlate.

Nell’ambito di questo progetto, il nostro obiettivo è quello di indirizzare il consumatore verso una scelta responsabile e consapevole del prodotto, attraverso un metodo semplice ma efficace.

Per questo motivo abbiamo introdotto un nuovo sistema di etichettatura delle acque presenti in commercio. La scelta avverrà non solo più in base alla tabella dei parametri fisico-chimici, ma verrà coadiuvata dall’aggiunta di un grafico-omino (Sir Water) composto da diverse parti, ognuna delle quali, a seconda dell’area colorata, rappresenta il valore del parametro chimico-fisico considerato.

Sir Water è formato da cappello, testa, pancia, gambe e piedi, che rappresentano rispettivamente quantità di sodio (Na), durezza in °F (gradi francesi), residuo fisso a 180°, pH, nitrati.

La colorazione delle parti del corpo sopraelencate varia in base al valore del parametro considerato, dando forma ad un “omino” diverso per ogni acqua. Questo sistema è semplice ed efficace e accessibile ad un numero di consumatori di gran lunga maggiore rispetto a quello del precedente sistema di etichettatura.

La nuova etichetta risulterebbe composta da:

-tabella parametri fisico-chimici

-grafico “Sir Water”

-immagini rappresentanti le proprietà dell’acqua (in base al residuo fisso e a tre parametri importanti: fluoro, calcio e solfati)

Per la realizzazione del grafico-omino è stato da noi creato un programma, in grado di realizzare il grafico corrispondente (una volta inseriti i parametri) all’acqua considerata.

 PROGETTO LB5.55

“FrEAk: Food Education App for develop and Exchange of good Practices”

di Veronica Cirillo

PERUGIA

Il  progetto mira a diffondere il tema della qualità e della sicurezza alimentare in un contesto in cui si fa sempre più attenzione alle scelte alimentari, ai beni di primo consumo e alla loro produzione. La società contemporanea vive un momento di mutazione della coscienza sul tema della qualità dei beni alimentari: è sempre maggiore l’attenzione del consumatore ai prodotti della filiera alimentare, alla loro provenienza nonché alla qualità della loro produzione. Il progetto si inserisce, a questo proposito, nell’ambito dei temi cardine dell’Expo 2015 di Milano essendo focalizzato a innovare la filiera alimentare, attraverso ricerca e nuove tecnologie.

Il presente progetto parte dall’osservazione dei ritmi della vita quotidiana che in molti casi lasciano poco tempo da dedicare ai pasti principali e vede il consumatore medio, con poca coscienza alimentare, preferire i fast food e i cibi spazzatura o semplicemente cibi confezionati, precotti, pronti da gustare! Queste abitudini, spesso accompagnate dalla mancanza di uno stile di vita sano, aumentano la probabilità di incorrere in rischi legati alla cattiva alimentazione come problemi di peso universalmente riconosciuti come fattori di rischio per le principali malattie croniche e cardiovascolari (ipertensione, malattie coronariche) e condizioni di alterato metabolismo (come il diabete di tipo 2 o l’ipercolesterolrmia). A ciò si aggiunge  la consapevolezza che solo una piccola parte della popolazione conosce i benefici e proprietà nutrizionali di frutta e verdura di stagione o come poterle sfruttare al meglio e come queste cambino in base al tipo di cottura degli alimenti; ecco perché si vuole raggiungere un obiettivo più ampio legato alle caratteristiche nutritive di alcuni prodotti e quindi educare il consumatore ad abbinare i cibi durante ogni pasto poiché questo vuol dire migliorare l’apporto energetico, proteico in base alle abitudini quotidiane e alle preferenze gustative.

Sviluppando un software disponibile su dispositivi mobili (smartphone e tablet) si vuole invogliare il consumatore all’acquisto e consumo di cibi sani e di stagione, egli sarà accompagnato nella scelta della lista della spesa evitando, in questo modo, di acquistare quantità eccessive di cibo che altrimenti sarebbe in avanzo e dunque gettato perseguendo così un’altro degli obiettivi generali del progetto, la riduzione degli sprechi. Come ricordato in occasione della presentazione dell’Expo 2015, viviamo quello che il santo Papa Giovanni Paolo II chiamava “paradosso dell’abbondanza”, una società in cui c’è cibo per tutti ma non tutti possono mangiare mentre lo spreco, lo scarto, il consumo eccessivo e l’uso del cibo per altri fini caratterizzano le nostre giornate. I dati emersi dal Rapporto 2014 Waste Watcher- Knowledge for Expo sono allarmanti:  8,1 miliardi di euro è il valore dello spreco alimentare domestico italiano e anche se il popolo italiano è migliorato molto rispetto agli anni precedenti (è attento a leggere le etichette, controlla se il cibo scaduto è ancora buono prima di gettarlo), l’educazione riveste un ruolo fondamentale per gettare le basi per un futuro migliore.

Non a caso è stato previsto un programma nazionale educativo che include anche l’educazione sugli sprechi domestici così come annunciato dal ministro Maurizio Martina in occasione della presentazione dell’Expo 2015.

 PROGETTO LB5.065

“CAFFÈ FIBER”

di Alessia Giustiniano, Alessia Montano, Carmela Viola

NAPOLI

Il caffè è considerato oggigiorno una bevanda a cui è sempre più difficile rinunciare, sia in Italia che nel resto del mondo.

L’idea che ha dato origine al nostro progetto è stata quella di abbinare gli effetti benefici delle fibre vegetali al caffè, promuovendo la realizzazione di miscele (arabica e robusta, decaffeinate e non, in cialde e in polvere) arricchite con fibra, come ad esempio l’inulina, ma in modo da non alterare le proprietà organolettiche del caffè e facendo fronte alle diverse richieste e abitudini dei consumatori.

L’aspetto più importante è quello di fornire una quota di fibra che si va a sommare a quella assunta quotidianamente con una sana e corretta alimentazione, tenendo conto soprattutto delle esigenze di una determinata fascia di consumatori, quali quelli affetti da patologie metaboliche e/o renali.

Tra le varie miscele, proponiamo la produzione di una variante contenente, oltre alla fibra, un dolcificante naturale estratto dalle foglie della pianta Stevia rebaudiana.

 PROGETTO LB5.078

“GERAS CARE: il TripAdvisor per la cura dei tuoi cari”

di Giulia Spiller

MILANO

L’assistenza domiciliare alle persone anziane è un onere assai gravoso per le famiglie di chi la necessita, soprattutto perché è difficile trovare personale disposto ad offrire la propria prestazione per brevi periodi (un impegno part-time, qualche giorno una tantum, una mezza giornata tre giorni la settimana, etc.), ma crediamo che la perdurante crisi economica spingerà sempre più le famiglie a farsi carico dei propri anziani, ricorrendo sempre meno ad una assistenza a tempo pieno (che prevede anche oneri di vitto e alloggio), e sempre più a brevi periodi che consentano un sollievo alla famiglia senza incidere eccessivamente sul bilancio familiare.
Crediamo che questo scenario avrà ripercussioni anche su chi si offre in qualità di badante, in quanto sarà sempre più difficile trovare un unico impiego full time a tempo indeterminato.

Ecco quindi che il progetto si propone l’obiettivo di creare un aggregatore di annunci inseriti dalle persone che intendono offrire la propria assistenza, dando loro la possibilità di proporsi per più di una mansione, nella fattispecie come badante, infermiere/a, baby-sitter, aiuto domestico, dog-sitter, etc.
Tuttavia, pur con le difficoltà economiche descritte è verosimile che durante l’assistenza all’anziano arrivi un momento in cui la semplice assistenza domiciliare non è più sufficiente. È in quel momento che risulta necessario affidarsi alle cure di una struttura come un RSA, o una casa di riposo. Per rendere più completa e utile l’offerta del sito che qui si propone, prevediamo la creazione di una sezione dedicata a queste strutture, dove gli utenti potranno condividere impressioni e commenti, esattamente come accade con i ristoranti e gli alberghi su TripAdvisor. Saranno inoltre presenti le informazioni utili a scegliere la struttura più idonea, come i servizi offerti, le tariffe, etc. Un progetto simile, per altro, era già stato proposto dal Ministro della Salute Lorenzin, che aveva anche avviato un analogo portale dedicato, però, alle strutture ospedaliere (definito il TripAdvisor degli ospedali).
Il progetto propone la creazione di un portale online in stile TripAdvisor che presenti due grandi categorie di ricerca: assistenti domiciliari e strutture protette per anziani. Sul portale sarà possibile trovare, condividere informazioni (recensioni, valutazioni) ed entrare in contatto con assistenti e strutture.
Per quanto riguarda gli assistenti domiciliari, l’obiettivo è quello di creare una piattaforma di scambio che dia loro la possibilità di rendersi disponibili alla cura di più di una persona anche svolgendo più di una mansione: in questo modo le famiglie non saranno costrette ad assumere una persona a tempo pieno, ma sarà possibile trovare persone disponibili anche per periodi più brevi o a chiamata.
Agli assistenti sarà inoltre data la possibilità di godere di maggiore flessibilità, svolgendo differenti mansioni che saranno retribuite meglio in ragione del minor tempo richiesto (il costo orario è maggiore per una persona chiamata 3 ore a settimana rispetto a una assunta full time).
Alle strutture di riposo sarà data visibilità, ma soprattutto sarà possibile scegliere quella più idonea alle proprie esigenze, basandosi sulla pregressa esperienza di altri utenti.

 PROGETTO LB5.092

“FOOD APPDATER “

di Pietro Battistini, Stefano De Carli, Tommaso Ingallina

MILANO

Il prodotto che vorremmo realizzare consiste in una ”app” che permetta di gestire le scorte alimentari domestiche deperibili notificando all’utente, con una frequenza da lui scelta, se vi siano eventuali prodotti in scadenza.

L’obiettivo sarebbe dunque una limitazione degli sprechi alimentari e la creazione di risparmio per l’utente.

Il consumatore potrebbe anche venire sensibilizzato sul tema degli sprechi tramite un sondaggio privato periodico sull’efficacia del servizio,confrontando il profilo dichiarato dal consumatore con uno standard.

La “app” implicitamente andrebbe a fornire all’utente la possibilità di conoscere in remoto le proprie disponibilità alimentari ed ergo di regolare la sua spesa in funzione di ciò.

Comunicazione  Comunicazione, Immagine e Design  Comunicazione

 PROGETTO LB5.014

“WWW.UNIBACHECA.IT “

di Federica Dell’Arco Talarico, Francesco Dell’Arco Talarico, Giorgia Menardi, Dacia Puppo

GENOVA

Attualmente la popolazione universitaria italiana si attesta su 1.700.000 studenti, legati tra loro da caratteristiche comuni come la mobilità sul territorio nazionale ma soprattutto da diverse problematiche che affrontano quotidianamente per tutto il corso di studi come: l’adattamento in una nuova città, i costi della vita e in particolar modo il uovo inserimento sociale.
Al momento non esiste uno strumento unico che metta in relazione, risolvendole, queste problematiche. Bisogna sottolineare che esistono uffici universitari competenti che erogano questo tipo di servizi, ma spesso non sono facilmente fruibili in quanto bisogna recarsi personalmente agli sportelli e le informazioni veicolate sono spesso affidate al solo supporto cartaceo o persi nei siti istituzionali.
Il progetto prevede l’abbattimento delle difficoltà di fruizione di questi servizi immergendoli in un unico contenitore virtuale al servizio degli studenti per inserirsi con facilità nella nuova città di residenza. Lo scopo è rendere un’ambiente ignoto noto nel più breve tempo possibile, dotando lo studente di uno strumento che sia in grado di farlo orientare velocemente.
Con un’unica registrazione lo studente potrà avere accesso alla città e ai servizi per lui realmente interessanti, senza dover sprecare tempo e energia su portali diversi: è in grado di trovare un alloggio nelle vicinanze della propria facoltà o dal centro; ha a disposizione gli eventi culturali che la città propone e quelli universitari, i luoghi da visitare secondo una mappa già presente in costante evoluzione nel sistema, che identifica i punti di interesse delle diverse città italiane dove ha sede l’università. Inoltre sarà possibile vendere ed acquistare libri di testo usati ma anche ricercare le librerie che vendono il volume al prezzo migliore.
Un importante innovazione è anche la sezione “classe virtuale”: al momento della registrazione lo studente indica il suo corso di studi e la sede dell’università e in automatico è messo in contatto con gli altri studenti del suo stesso corso di studi, facilitando così le relazioni: si scambiano appunti, si creano gruppi di studio, commenti sulle materie e, sfruttando il passaparola, venire facilmente a conoscenza dei posti di reale interesse.
Il portale Unibacheca.it sarà un punto di riferimento per lo studente universitario durante l’intero percorsi di studi: uno strumento semplice, veloce e gratuito indispensabile per fruire la città, i suoi servizi e le sue opportunità.
A partire dal 5 marzo 2015 sarà possibile visionare online la prima versione del portale, già funzionante per le prime due sezioni alloggi e libri, all’indirizzo www.unibacheca.it.

 PROGETTO LB5.039

“MANUTENZA”

di Fabiana La Terra e Silvia Manca

TORINO

ManUtenza è una piattaforma virtuale dedicata al mondo della piccola manovalanza. L’idea nasce dalla volontà di rendere fruibili una serie di servizi a domicilio, con diversi range di tariffe selezionabili dall’utente richiedente e la garanzia di una tempistica immediata. Si tratta di un portale molto particolare, in cui le classiche bacheche per gli annunci vengono sostituite da un sistema più diretto, che interagisce direttamente con gli utenti, accorciando i lunghi tempi d’attesa previsti dalle tradizionali modalità di richiesta dei servizi di manovalanza.

Come funziona? La piattaforma prevede due tipologie di user: gli Utenti – coloro che richiedono un servizio di manovalanza – e i ManUtenti – coloro che si prestano ad offrirlo. I primi possono richiedere il servizio X inserendo un annuncio sul sito, che avviserà i ManUtenti candidati per il relativo settore professionale tramite una notifica istantanea. Dopo aver valutato la proposta, i ManUtenti potranno rendersi disponibili o meno in maniera altrettanto immediata: con un semplice click, le schede tecniche dei ManUtenti “attivi” diverranno visibili all’utente, che potrà consultarle per scegliere efficacemente chi è più consono all’intervento di cui ha bisogno.

Una volta selezionato il candidato ideale, la trattativa prende il via: i contatti dell’utente e del manutente divengono reciprocamente visibili, in modo che questi possano accordarsi tramite il portale per stabilire le modalità della prestazione. Dopodiché l’utente versa l’importo concordato al sito, che lo trattiene fino all’effettiva fruizione del servizio. In base al grading di soddisfazione, la somma viene quindi sbloccata e percepita dal ManUtente con una trattenuta di una percentuale destinata al portale. A prestazione ultimata, l’utente deve inviare al sito un feedback sul lavoro svolto, che apparirà all’interno della scheda tecnica del relativo ManUtente: questa diviene così il principale indicatore di affidabilità delle prestazioni, agevolando l’individuazione del candidato ideale agli altri utenti e disincentivando potenziali comportamenti scorretti.

I campi attualmente previsti per il progetto di ManUtenza sono: idraulica, informatica, impianti elettrici, impianti a gas, riparazione bici, tinteggiatura, giardinaggio, assistenza telefonia e accessori, riparazioni tecniche, servizi che possono essere ampliati anche sotto suggerimento degli stessi utenti. La piattaforma opererà a livello nazionale, ponendosi come un pratico escamotage anti-crisi, con cui sarà possibile accedere a un gran numero di servizi a prezzi accessibili, che dipenderanno dalle possibilità economiche di ciascun utente. Al contempo, ManUtenza rivalorizzerà l’universo del lavoro manuale, offrendo la possibilità di cimentare le proprie abilità nei campi coinvolti.

 

 PROGETTO LB5.049

“ArtUP! “

di Ada Uka

BRESCIA

L’esigenza di un artista di valorizzare i suoi lavori può incontrare l’opportunità di migliorare la qualità di luoghi normalmente non adibiti ad eventi artistici, attraverso l’esposizione di oggetti d’arte.
 A r t U p ! è una piattaforma web che mette in relazione giovani artisti delle discipline visive (pittura, fotografia, disegno) e i gestori di attività commerciali disponibili a riservare spazi per esposizione di opere d’arte (pubs, lounge room, bistrots, wine bars…).

Gli artisti giovani, o comunque non affermati hanno scarsi strumenti per far conoscere la propria attività e, le possibilità che hanno presentano spesso diversi limiti. ArtUp! allarga enormemente le opportunità di visibilità per gli artisti e dà la possibilità a questi di ottenere un ritorno economico immediato dalle loro esposizioni. Inoltre, per effetto di un binomio di advertising reciproco artista- attività commerciale, si attende un incremento del business di questi esercizi commerciali per la speciale catatterizzazione e dinamicità degli ambienti. I frequentatori abituali dell’esercizio che ospita l’esposizione, a loro volta, possono acquistare un’opera attraverso la piattaforma. Attraverso la piattaforma web, i giovani artisti possono uploadare e catalogare le proprie opere e corredarle con una breve descrizione e biografia.
Sulla piattaforma stessa, sono invitati all’iscrizione gli esercenti di specifici esercizi commerciali. Il “reclutamento” di luoghi da adibire a spazi espositivi, senza turbare lo svolgimento dell’attività di altra natura cui esso è destinato, risponde essenzialmente a due criteri:

–  luoghi ricreativi presso i quali l’attender si trova nella giusta disposizione d’animo per apprezzare e fruire opere d’arte ed, eventualmente, ad acquistarle (es: risporanti e wine bar)

–  Luoghi in cui il cliente abituale cerca complementi d’arredo per la casa.

Art-up! è il luogo in cui l’arte figurativa incontra spazi d’esposizione inediti e, attraverso questi, trova persone interessate all’acquisto di un’opera.

L’obiettivo principale di ArtUp! è quello di avvicinare il mondo degli artisti al pubblico “di tutti i giorni”, ovvero un pubblico tendenzialmente non appassionato all’arte. La sola “movimentazione” di opere d’arte in contesti normalmente adibiti esclusivemente ad altri scopi, opera un sinergico incremento del tasso di cultura medio degli stakeholders. E’ indubbiamente difficile quantificare economicamente l’emancipazione culturale di un segmento di popolazione.
E’ indubbio che la cultura di una società è espressa anche dal fermento artistico che questa sa esprimere e da come questo viene recepito dalla società stessa.  Le gallerie d’arte sono il luogo principe presso il quale l’arte figurativa si esprime appieno, il numero di tali eventi e il loro successo possono essere una misura dell’impatto sociale che l’arte esercita su una comunità.
D’altro canto, le nuove tecnologie telematiche hanno cercato negli ultimi anni di superare il classico elitarismo della fruizione artistica attraverso il proliferare di siti, portali e aggregatori di notizie legate all’arte in modo da offrire, almeno in principio, l’esperienza artistica ad un pubblico più variengato ed anche “non iniziato”, intrecciando l’intento della vendita on line. Il nobile intento si scontra a nostro avviso con l’impossibilità da parte dell’utente di avere una fruizione piena, fisica, delle opere che sono senz’altro determinanti nella scelta, ad esempio, dell’acquisto.

ArtUp! supera il concetto espresso dai portali tradizionali consentendo una fruizione fisica dell’opera da parte di appassionati e meno appassionati, supera altresì la figura di art dealer che molto spesso limita la visibilità di alcuni artisti preferendone altri, in maniera unilaterale e spinto dalla personale esperienza. Il superamento di tali tradizionali figure, mediante un portale regolato semplicemente dal rapporto tra domanda ed offerta.

 PROGETTO LB5.035

“REGENERA – Piccola riqualificazione partecipata “

di Francesco Aiello, Mario Aiello, Riccardo Rugna

COSENZA

Il progetto Regenera intende offrire uno spazio di comunicazione adatto a promuovere un nuovo modo di pensare alla riqualificazione dei piccoli spazi urbani. Con esso si vuole rispondere, da un lato, alla richiesta di maggiore coinvolgimento da parte della società civile e, dall’altro, all’esigenza di contenere la spesa pubblica da parte delle istituzioni. In particolare si prevede la realizzazione di un ambiente digitale (applicazione mobile e portale web) che favorisca lo sviluppo di sinergie concrete fra cittadini ed Enti Locali, sfruttando le molteplici opportunità offerte dai nuovi fenomeni dei contest online e del crowdfunding.
Come è possibile realizzare tutto ciò? L’idea è quella di creare una community dove, con una semplice foto, ogni utente possa segnalare angoli urbani in stato di degrado e di abbandono. Una volta accertata l’effettiva possibilità di intervento nell’area, prende avvio una fase di discussione e di proposta circa le possibili azioni di risanamento, al termine della quale i professionisti registrati sul portale (ingegneri, designer, architetti ecc.) possono presentare le loro idee sotto forma di rendering. Queste vengono, quindi, sottoposte alla votazione degli utenti, i quali decidono così quale progetto verrà poi premiato e realizzato nell’area pubblica in questione.
Per quanto riguarda l’aspetto economico, gli oneri a carico dell’ente pubblico sono minimi grazie all’utilizzo del civic crowdfunding, destinato a coprire le spese relative al premio e alla realizzazione dei lavori. Esso si svolge parallelamente al contest e prevede il coinvolgimento di aziende locali che, offrendo i loro prodotti artigianali come gadget per i donatori, possono sponsorizzare la proposta di riqualificazione.

 PROGETTO LB5.098

“MADE IN APP “

di Gerardo Safiotti

PERUGIA

Nel mondo moderno quasi ogni individuo dai 14 ai 56 anni possiede e usa regolarmente uno smartphone per comunicare con il proprio mondo. Questo dato risulta essere in costante aumento, tanto che le maggiori aziende internazionali, le testate giornalistiche e la maggioranza dei siti internet già da qualche anno hanno investito adeguando i propri servizi e potenziandoli per il mondo mobile. Guardando l’esempio stesso di un colosso come Facebook, possiamo osservare come la maggior parte dei proventi pubblicitari derivi proprio dall’applicazione realizzata per dispositivi Android, IOS e Windows Phone.

Con “Made in App” quello che vogliamo fare è dare la possibilita, a piccole e medie imprese, freelance e attività di ogni genere, che non possono investire grandi somme di denaro nel campo del mobile, di poter realizzare delle applicazioni native, di alta qualità completamente personalizzabili, innovando così i propri servizi e adeguandosi correttamente ad un mercato in continua evoluzione, in maniera totalmente gratuita o con bassissimi costi mensili, per chi volesse usufruire di servizi aggiuntivi. Permettendo di creare gratuitamente la propria applicazione, crediamo che ristoranti, pizzerie, discoteche, pub, hotel e attività di ogni genere possano fornire ulteriori servizi alla propria clientela, fidelizzandola e mostrandosi aperti alle tendenze di mercato. Essere presenti sullo smartphone di un cliente significa essere costantemente nella sua tasca, essere nella sua quotidianità e stringere con lui un rapporto che nessun sito o carta fedeltà potrebbe far fiorire.

“Made in App” permette, in maniera totalmente gratuita di realizzare un’app personalizzata per la propria attività, ad esempio con la sezione dedicata al menù per un ristorante o al calendario dei prossimi eventi di una discoteca. Prevede inoltre una sezione, in continuo aggiornamento, dove i proprietari delle attività potranno aggiungere, con un piccolo contributo mensile, delle estensioni dedicate per migliorare i servizi della propria app, come ad esempio la possibilità di ordinare la pizza direttamente dallo smartphone, di acquistare ticket per eventi o far accedere i propri clienti a sconti dedicati tramite azioni effettuate sull’app stessa (come lasciare una recensione o pubblicare una foto).

Ci aspettiamo una grande diffusione di questo tipo di applicazioni, come già accaduto analogamente con i servizi  che permettono di creare facilmente il proprio sito internet, divenuto ormai indispensabile anche per le piccole attività. Con “Made in App”, fornendo gratuitamente, o per poche decine di euro mensili, servizi dal valore di migliaia di euro crediamo di generare un ampio coinvolgimento sia sul suolo nazionale che internazionale. Creando inoltre servizi dedicati e in costante aggiornamento siamo sicuri di innovare numerose attività che, sopratutto in periodo di crisi, hanno difficoltà a fidelizzare i propri clienti ed attrarne di nuovi.

Bioingegneria   Bioingegneria e Biotecnologie  Bioingegneria

 PROGETTO LB5.059

“EDOMETRO : cErvical DilatiOn MEasurement by using a mechaTRonic sOlution”

di Margherita Brancadoro e Selene Tognarelli

PISA

La dilatazione cervicale è l’indicatore di misura più importante per valutare la progressione naturale del travaglio. E’ prassi, in tutti i punti nascita, affidarsi alla partografia per garantire l’intervento ostetrico più appropriato: il partogramma, introdotto nella pratica clinica da Friedman nel 1954 e perfezionato in seguito da O’Driscoll, Philipott, Studd e dall’Organizzazione Sanitaria Mondiale (WHO), è una curva cervimetrica che mette in relazione la dilatazione cervicale con la durata del travaglio.

Attualmente, il medico effettua la misurazione della dilatazione cervicale in modo totalmente manuale inserendo due dita (l’indice e il medio) attraverso la vagina all’interno della cervice, e aprendole fino a toccare i due lati apposti della struttura anatomica stessa. Tale misurazione è quindi il frutto di una valutazione puramente soggettiva e quindi ricca di errori; considerando che durante lo stesso parto la paziente può essere visitata da diversi operatori, la soggettività della misura rappresenta il problema più importante. La variabilità della misurazione dipende essenzialmente dall’esperienza clinica e dalle capacità propriocettive del medico: studi clinici sull’accuratezza e sull’incertezza “inter-obsever” hanno evidenziato una differenza di valutazione che raggiunge addirittura i 2 cm. Sulla base di quanto detto, risulta evidente, quindi, l’importanza di una misurazione oggettiva e precisa della dilazione della cervice uterina, rappresentando quest’ultima il parametro di riferimento per l’intera procedura.

L’idea proposta nasce con l’obiettivo di progettare e realizzare un dispositivo semplice, intuitivo e affidabile che garantisca una valutazione quantitativa e puntuale della dilatazione cervicale durante il travaglio. L’attenzione del gruppo proponente si è focalizzata sulla ricerca di una soluzione meccatronica per misurare la distanza tra le pareti cervicali. Il dispositivo in esame dovrà, inoltre, avere dimensioni limitate così da non distorcere la cervice uterina durante la misurazione e interferire sia con l’esplorazione vaginale che con il parto stesso. In accordo con le specifiche cliniche e tecnologiche sopra citate, il dispositivo sarà costituito da due “dita sensorizzate” (i.e. sensori di distanza e di contatto) che il medico può indossare senza variare la propria percezione aptica e mantenendo la fisiologica agilità nei movimenti. Il dispositivo potrà essere inserito sotto i tradizionali guanti chirurgici e, quando le dita vengono a contatto con la cervice uterina dilatata, sarà possibile leggere in real-time su un display integrato in un piccolo braccialetto posto al polso del medico, la dilatazione cervicale in maniera precisa e puntuale.
La soluzione proposta, risulterà, quindi intuitiva e di facile utilizzo per il medico, miniaturizzata dal punto di vista ingegneristico e quindi di limitato ingombro sia per il personale medico che per il paziente e a basso costo di fabbricazione. Tale sistema sarà quindi compatibile con l’ambiente ginecologico in cui andrà a operare, risultando facilmente integrabile in una tradizionale procedura ostetrica, e garantirà una misurazione oggettiva ed affidabile, volta a sopperire una reale necessità clinica. In ultima istanza, il sistema potrà essere utilizzato come riferimento tecnologico durante la gestione di parti complessi e quindi fonte di possibili azioni legali contro l’equipe ginecologica e/o la struttura ospedaliera.

 PROGETTO LB5.072

“HORUS :

The invisible made audible”

di Benedetta Magri, Saverio Murgia, Luca Nardelli

GENOVA

Horus è un assistente personale per persone non vedenti ed ipovedenti. Si indossa come un microfono ad archetto e grazie ai sensori visivi di cui è dotato osserva la realtà circostante, la analizza e la descrive alla persona tramite suoni e parole.

Horus può leggere, riconoscere oggetti, volti e fornire un supporto alla mobilità, individuando ostacoli e segnaletica stradale. Il tutto avviene in maniera non invasiva, l’interazione con la persona è naturale ed avviene tramite comandi vocali oppure pulsanti: Horus risponderà attraverso un messaggio verbale oppure utilizzando dei suoni, in base alla modalità più adatta per la situazione. Questi messaggi saranno trasmessi grazie alla conduzione ossea, un meccanismo che veicola i suoni attraverso superfici solide e permette all’utente di ascoltare le informazioni fornite da Horus senza però essere privato della piena cognizione dei suoni dell’ambiente circostante, fonte inestimabile di informazioni per una persona non vedente.

Horus non è dipendente da una connessione ad internet, in quanto l’elaborazione d’immagini avviene in locale. Per questo motivo le funzionalità elencate sono disponibili anche in situazioni in cui non vi sia copertura di rete.

Oltre alla parte indossabile, Horus è dotato un modulo di elaborazione delle dimensioni di uno smartphone. Questi due moduli sono collegati via cavo, e in questo modo è possibile limitare l’ingombro e il peso della parte indossabile.

Ad oggi Horus è un prototipo di cui è stata sviluppata – e sono stati effettuati alcuni test – la parte di lettura testi. Questa permette al dispositivo sia di leggere testi frontali posti nel campo visivo delle telecamere, sia di guidare la persona nel posizionamento corretto del testo, in modo da garantire una lettura ottimale.

La parte di riconoscimento oggetti e volti, insieme ad alcuni moduli della mobilità e descrizione della scena, sono ad oggi utilizzati e testati internamente.

L’obiettivo è di entrare nel mercato con un dispositivo già testato e migliorato secondo le esigenze esposte dai potenziali utenti nel 2016. Per questo motivo a breve inizierà una fase di test in collaborazione con l’Associazione RP Liguria, durante la quale sarà possibile raccogliere feedback ed evidenziare le aree di miglioramento del dispositivo.

Horus è il primo dispositivo sviluppo da Horus Technology, startup che si concentra sullo studio e utilizzo di tecniche dell’analisi di immagine da applicare a vari settori.

 PROGETTO LB5.018

“DISPOSITIVO IN GRADO DI FAR PARLARE I MUTI”

di Romeo Orsolino

GENOVA

L’idea è di creare un dispositivo capace di far parlare i muti. Si tratterebbe di utilizzare una serie di sensori (accelerometri e giroscopi miniaturizzati principalmente, eventualmente anche telecamere) che possano tracciare il movimento delle labbra, della lingua e le vibrazioni della gola di una persona e trasformare questi dati in suoni, musica o parole generati artificialmente da un altoparlante.

Il funzionamento sarebbe del tutto simile a quello di una tastiera elettronica che produce un determinato suono a seconda del tasto premuto, ma in questo caso il “tasto premuto” sarebbe un complesso legame tra il grado di apertura delle labbra o la posizione della lingua. Non si tratta quindi di curare le cause che rendono muta una persona ma di affiancare il suo apparato fonatorio con un processore che produca il suono al suo posto, creando una voce del tutto realistica che dica quello che il muto vorrebbe dire.

L’algoritmo sottostante questa tecnologia coinvolge le reti neurali e il machine learning. Tali algoritmi consentono al processore di “imparare” il modello che relaziona la causa (per esempio il movimento delle labbra e della lingua in questo caso) ad un effetto (la creazione di suoni), anche quando tale modello è troppo complesso per essere descritto direttamente dall’uomo come in questo caso.

Tale tecnologia è conosciuta da ormai un decennio e ben consolidata in svariate applicazioni nel campo della robotica umanoide e dell’intelligenza artificiale ma poche sono le applicazioni in questo campo; si tratterebbe in questo caso di adattare l’algoritmo alle informazioni disponibili ricevute dai sensori. A tale scopo si può considerare sensori interni alla bocca (posizionati all’interno di apparecchi ortodontici) o telecamere opportunamente posizionate.

 PROGETTO LB5.062

“D.E.T. (Dinamic Exoskeleton Theraphy)”

di Alessia Capponi, Carlotta Oro Nobili, Valentian Ricci

ROMA

Il mantenimento di una corretta postura è un processo complesso che coinvolge diverse strutture anatomiche. Uno squilibrio posturale può essere conseguenza di patologie specifiche dell’apparato locomotore e neuro-muscolare (SLA, Parkinson, ecc), di scorrette abitudini acquisite durate le normali attività quotidiane (lavoro al video terminale) ed infine del fisiologico invecchiamento delle strutture anatomiche.

In questo contesto l’importanza dell’intervento riabilitativo sia a livello preventivo che di recupero funzionale risulta discriminante per garantire una buona qualità di vita. In letteratura sono state presentate le più svariate tecniche di rieducazione posturale, basate sull’utilizzo di ausili e sull’esecuzione di esercizi fisici specificamente implementati. Tuttavia queste metodologie presentano importanti limitazioni: da una parte non tutti i soggetti sono in grado di portare a termine un training motorio (anziani, soggetti patologici), dall’altra gli ausili proposti sono di difficile utilizzo e montaggio e dunque necessitano di figure professionali durante l’allenamento.
La nostra idea ha l’obiettivo di superare le limitazioni delle soluzioni precedentemente proposte, offrendo ad un cluster di soggetti un protocollo riabilitativo dinamico e personalizzato e fornendo una terapia a basso costo, non invasiva attraverso l’utilizzo di un ausilio e di una metodica. L’ausilio, un esoscheletro passivo e completamente articolato, è infatti weight less, con ampio ROM, dotato di sensori integrati, composto da cinque moduli plastici (elemento modulare e plastico del dorso, del sacro cranio cervicale, casco, arti inferiori) che intervengono sui distretti anatomici coinvolti nei processi posturali. Al fine di qualificare e quantificare gli effetti della terapia proposta è stato implementato un progetto di ricerca che consta di quattro fasi:
1. Individuazione dei gruppi da trattare e somministrazione di scale di valutazione (gruppo di controllo, gruppo di pazienti sani, gruppo di pazienti patologici);
2. Calibrazione della strumentazione (esoscheletro e sensori) da parte di figure professionali precedentemente addestrate ed esami strumentali preliminari delle variabili biomeccaniche e dei parametri relativi alla postura (baropodometria statica e dinamica, analisi dell’equilibrio, stabilometria, gait analysis);
3. Trattamento con esoscheletro, anche da remoto, e monitoraggio attraverso i sensori delle variabili biomeccaniche; durante questa fase ai soggetti non verranno richiesti particolari sforzi fisici bensì movimenti caratteristici delle normali attività quotidiane, supportate anche da un ausilio visivo esplicativo e motivazionale;
4. Estrapolazione delle misure ed analisi dei dati.
Dallo studio di questo protocollo sperimentale vorremmo ottenere miglioramenti statisticamente significativi nei pazienti trattati rispetto a quelli di controllo, nonché ottenere la stima del tempo ottimale di trattamento.

 PROGETTO LB5.041

“ACCELERIAMO LA VITA :

Accelleratori ospedalieri per la produzione di neutroni per BNCT”

di Aurora Morandin

VARESE

L’idea alla base del mio progetto e’ quella dell’implementazione di tecnologie ospedaliere per la ricerca e la realizzazione della BNCT in Italia. La BNCT (terapia per cattura neutronica basata sul boro) e’ una terapia di tipo antitumorale basata sull’utilizzo delle radiazioni ionizzanti; nonostante i passi avanti svolti a livello mondiale nell’ultimo decennio sia nell’ambito della ricerca sia in quello della realizzazione, attualmente essa presenta due grossi limiti: il primo dovuto alla bassa specificita’ dei carrier del boro attualmente sintetizzati per questo tipo di terapia, il secondo dovuto alla mancanza di sorgenti intra ospedaliere di neutroni che vincola la realizzazione della terapia alla presenza di un reattore nucleare posto nelle vicinanze dell’ospedale.

Quest’ultima limitazione e’ particolarmente penalizzante per il nostro paese, essendo presenti solo due reattori di ricerca sul nostro territorio. Il mio progetto sarebbe quello di sfruttare gli acceleratori di particelle gia’ presenti nei nostri ospedali per attivare una filiera di ricerca e sviluppo della BNCT a livello ospedaliero: con le opportune implementazioni sarebbe possibile sfruttare gli acceleratori prossimi al disuso per studiare i fasci di neutroni e le loro interazioni con i tessuti biologici, oltre che testare direttamente in ospedale il funzionamento dei carrier in campioni di tessuto biologico senza doverli trasportare nei centri di ricerca dotati di un reattore nucleare.

Questo secondo punto gioverebbe alla prima limitazione descritta precedentemente, aprendo nuove prospettive anche nella sintetizzazione di composti specifici per questo tipo di terapia.

 PROGETTO LB5.009

“FITOVIRUS E NUOVE CURE”

di Sara Cionci

SALERNO

Questo progetto si propone di identificare un virus vegetale che possa essere utilizzato nella realizzazione di prodotti di interesse medico-profilattico da impiegare per diverse malattie, infettive, neurodegenerative, oncologiche, etc. e carenze alimentari.

Analizzando le caratteristiche strutturali, molecolari e infettive dei virus vegetali e individuando quello che meglio accoglie porzioni esogene di diverso tipo, è possibile sfruttare il virus come carrier per diversi obiettivi: infettando piante edibili, fungerà così nell’organismo umano o animale (in seguito all’ingestione) da vettore di porzioni proteiche/enzimi/acidi nucleici in grado, ad esempio, di stimolare il sistema immunitario, di contrastare lo sviluppo di tumori  oppure di integrare l’apporto di nutrienti.

Trasporti Trasporti e Mobilità Trasporti

 PROGETTO LB5.032

“DRIVER2HOME”

di Filippo De Filippo, Luca Galli, Matteo Ganassali, Francesca Vignali, Alessandro Maurizio Zaccaria 

MILANO

Aprile 2013. Alessandro si trova in Sud Corea. Una sera esce con amici coreani che lo portano nei luoghi più conosciuti della movida di Seoul. La serata prende una piega movimentata, decisamente ad alto tasso alcolico, non si scherza con il Soju da quelle parti. A fine serata nessuno dei componenti del gruppo si dimostra minimamente in grado di poter guidare, ma Alessandro sembra l’unico ad essersene accorto.

Tutti sono tranquilli e nessuno si preoccupa della situazione, tranne lui. La serata verte al termine e il proprietario dell’unica auto chiama qualcuno al telefono pronunciando parole ovviamente incomprensibili ad un orecchio europeo. Poco dopo, si presenta un nuovo ragazzo coreano che saluta il suo amico, prende le chiavi della sua macchina e si mette al volante pronto a guidare. Salgono tutti in macchina e vengono riportati a casa. All’arrivo a destinazione, il ragazzo, che Alessandro credeva fino a quel momento amico di amici, si fa pagare 16 $ e si dilegua…”
Driver2Home è una persona di fiducia che ti sta accanto quando tu lo desideri. La nostra squadra di Driver2Home è composta da soggetti selezionati, eleganti e professionali che ti permetteranno di vivere un’esperienza indimenticabile. Dovrai solo scaricare l’applicazione e registrarti per contattare uno dei nostri Driver2Home.
Per la tua sicurezza, i nostri Driver2Home sono assicurati contro ogni imprevisto, grazie ad una soluzione realizzata per noi dal nostro partner assicurativo. Il costo del servizio dipenderà solamente dal tempo che sarai accompagnato dal nostro Driver2Home.

 PROGETTO LB5.083

“SPEED MY WHEELCHAIR”

di Francesco Saverio Vender e Gabriele Vender

ROMA

L’idea consiste in un’applicazione per smartphone e tablet con funzionalità evolute di navigatore e personal tracker, indirizzata appositamente a facilitare la mobilità dei diversamente abili carrozzati.
In molti Comuni infatti sono presenti barriere architettoniche che rendono difficile la viabilità per i carrozzati che – a differenza di altre tipologie di diversamente abili – spesso potrebbero godere di una totale autonomia, se messi nelle condizioni di avere accesso a luoghi pubblici e privati.
L’applicazione integrerà funzionalità di navigatore e mappe di Point of Interest e ostacoli già disponibili con ulteriori fattori di dettaglio per aumentare il livello di comfort e l’adeguatezza dell’itinerario per i carrozzati.
Inoltre, l’applicazione offrirà funzionalità di personal performance tracking, sul modello di applicazioni popolari come Runtastic e Caledos Runner che non considerano – o considerano solo parzialmente – i carrozzati.

 PROGETTO LB5.090

“CIAOMAMI”

di Alice Barisielli, Niccolò Biava, Serena Cerutti, Martina Zavattin

MILANO

CiaoMaMi è un servizio gratuito di sharing economy rivolto alle mamme in visita a Expo Milano 2015 interamente dedicato alla condivisione di oggetti per bambini, come passeggini, sdraiette e di tutto ciò di cui le mamme turiste hanno bisogno per alleggerirsi in previsione del loro arrivo a Milano.
Iscrivendosi a CiaoMaMi, da un lato, le mamme di Milano e dintorni potranno dare nuova vita agli oggetti appartenuti ai loro bambini, ormai cresciuti, e metterli a disposizione di mamme turiste che, dall’altro lato, troveranno tutto ciò di cui hanno bisogno direttamente a Milano.

 PROGETTO LB5.044

“C.U.V. :

Convertiplano Ultraleggero Versatile”

di Massimo Del Toso, Alberto Ecoretti, Fabio Zanin

UDINE

Il nostro progetto presenta un velivolo a decollo verticale denominato C.U.V. ovvero CONVERTIPLANO ULTRALEGGERO VERSATILE di cui è stato depositato un brevetto italiano per modello di utilità.

Si tratta del velivolo bi-motore tra i più leggeri al mondo che permette ad un singolo passeggero di effettuare decolli verticali e atterraggi in spazi limitatissimi con massima precisione. L’utilizzo di questo velivolo, grazie alle sue eccezionali prestazioni, può essere adatto per diversi scopi: i motori affidabili di cui è dotato e il suo baricentro basso conferiscono al prototipo stabilità e sicurezza. Inoltre, le eliche contro-rotanti annullano la torsione del velivolo dato dall’effetto rotante delle stesse eliche. Allo stato attuale della tecnica esistono velivoli che utilizzano questo sistema perlevarsi in volo, evitando così lunghe rincorse sulle piste, ma tutte queste soluzioni sono comunque specifiche e per loro natura ingombranti.

Il pilota che utilizza il “CONVERTIPLANO ULTRALEGGERO VERSATILE” ha la possibilità di alzarsi in volo e atterrare con sicurezza e precisione assoluta da fermo dal momento che il ritrovato del presente documento è dotato di un apposita imbracatura che permette al pilota di indossarlo come uno zaino, rimanendo in piedi. L’entità legale che è stata scelta per questo progetto imprenditoriale è l’azienda individuale: essa darebbe la possibilità di avere in questa attività il massimo controllo per quanto riguarda scelte e strategie aziendali. L’edificio che ospiterà i macchinari per la produzione del C.U.V. e gli uffici amministrativi sarà situato in provincia di Udine, dovrà essere moderno, con dimensioni idonee al corretto sviluppo dell’azienda.  

 PROGETTO LB5.068

“E-CAR”

di Eleonora Loparco

MILANO

E-Car è una piattaforma online che consente alle aziende locali di poter organizzarsi al fine di condividere passaggi e i relativi costi di trasporto delle merci.

Il sito E-Car avrà due sezioni principali: una per chi offre il passaggio e una per chi lo richiede. In entrambe le sezioni verranno “affissi” degli annunci in modo tale che le aziende potranno esplicitare le tratte e i prezzi. Gli utenti iscritti al sito, potranno accordarsi attraverso una chat privata offerta da questo in modo che l’offerente e l’acquirente possano accordarsi riguardo la tratte e i prezzi che andranno a condividere.
Ognuno potrà usufruire di tale servizio grazie ad una previa iscrizione al sito, resa pubblica, al fine di garantire l’affidabilità del servizio stesso.

 Turismo  Turismo e Beni Culturali   Turismo

 PROGETTO LB5.096

“VERDI ORIZZONTI”

di Angelo Monteleone

CATANIA

Il cuore della Sicilia nasconde un tesoro dimenticato, fatto di vecchi edifici e pozzi in muratura oggi elemento integrante dell’affascinante paesaggio dell’entroterra dell’isola, testimonianza di una terra protagonista per circa due secoli dell’economia solfifera mondiale. Di quelle antiche miniere rimangono solo le rovine che caratterizzano oggi il paesaggio delle aree di Caltanissetta ed Enna. Un sistema aziendale fiorente sul mercato europeo, seppur ancorato a sistemi produttivi arcaici e obsoleti, che ne hanno decretato la morte. Il lascito maggiore dell’oro giallo di Sicilia è un patrimonio di attrezzature sul territorio che vale la pena di tutelare immaginandone possibilità di riuso. Attualmente molte miniere sono tutelate da vincolo dell’Assessorato dei Beni Culturali e Ambientali, tra le quali le ex-miniere di Floristella e Grottacalda costituenti l’omonimo Ente Parco Minerario, mentre una buona restante parte di questi è ancora in mano a privati e risulta mal gestita.

L’occasione di riportare in vita il piccolo complesso urbano di Grottacalda ben si sposa con l’idea di fornire nuove opportunità ad un territorio ricco di storia, di tradizioni. Nel recupero degli edifici industriali dismessi però si è cercato di seguire soluzioni ben diverse da quelle suggerite dalla letteratura. Così nel caso specifico si propone la possibile trasformazione del complesso in una casa a custodia attenuata. Oggigiorno quello delle carceri è un problema reale, soprattutto per l’Italia: gli esempi del resto del mondo insegnano che investire parallelamente su territorio e recupero dei detenuti è l’unica via per venir fuori dall’emergenza. Le sperimentazioni avviate nel decennio scorso nelle case di reclusione del nord Europa, in Sardegna e a Gorgona, hanno dimostrato che la soluzione al grave problema carcerario italiano è quella di “aprire” per quanto possibile gli istituti, perché un detenuto che lavora è meno probabile che torni a delinquere.

Dalle analisi portate avanti è emerso che le nuove funzioni possono essere ospitate negli edifici esistenti senza che ciò necessiti trasformazioni o aggiunte eccessive. Le superfici consentono di impiegare, come manodopera, l’intero corpo dei detenuti della struttura e d’altro canto le aree coltivabili sono idonee ai tipi di coltivazioni ipotizzate. Quest’ultime possono essere individuate in modo che i cicli produttivi risultino sfalsati durante l’anno, consentendo di avere continuità di lavoro ed evitare sovrapposizioni.

Mettere in moto una filiera, accendere un ricordo e contemporaneamente fornire la possibilità di rivedere “viva” l’area dismessa sembra essere una valida alternativa per riservare alle generazioni future la storia di un luogo.

 PROGETTO LB5.073

” WINE EXPERIENCE AND CULTURAL HERITAGE

di Cristina Menghini

SIENA

Il progetto Wine Experience and Cultural Heritage si propone di creare delle etichette da vino “parlanti” originali e innovative grazie al supporto delle nuove tecnologie. L’obiettivo è quello di  promuovere e valorizzare il territorio delle Crete Senesi combinando l’ esperienza enogastronomica con quella storico-archeologica attraverso il coinvolgimento di aziende giovani e poco conosciute.

Dalla volontà di appassionare un pubblico vasto ed eterogeneo, nasce l’idea di applicare alle bottiglie di vino delle etichette, arricchite da “contenuti aumentati” che riproducono le bellezze del luogo e la sua storia, offrendo al consumatore un viaggio immersivo nel passato. L’ operazione è resa possibile grazie ad  una nuova tecnologia: la realtà aumentata. Questa, sempre più sfruttata nell’ambito dei beni culturali, costituisce un approccio semplice e moderno per adulti e bambini. I beni archeologici infatti, data la generale limitata spettacolarità e monumentalità hanno bisogno di una codifica da parte degli specialisti: la tridimensionalità è sicuramente il modo più immediato di divulgazione.

Il progetto Wine Experience and Cultural Heritage si focalizzerà, inizialmente, su alcune zone particolarmente interessanti ai margini delle Crete Senesi: lo scavo di Santa Cristina in Caio situato presso Buonconvento, lungo la Strada Provinciale del Brunello e l’antica azienda agricola “La Piana”, entrambi immersi nel caratteristico paesaggio della Val d’Arbia. Santa Cristina in Caio è un sito archeologico in corso di scavo dal 2009, coordinato dal Prof. M. Valenti dell’Università degli Studi di Siena e dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana.

L’insediamento nasce in età romana, in funzione del passaggio della Cassia. Al momento lo scavo ha messo in luce un impianto termale con fasi di riuso in età tardoantica, un villaggio di capanne altomedievali e una necropoli. In alcuni diplomi imperiali datati al IX secolo è attestata una chiesa dedicata a Santa Cristina, che probabilmente doveva fungere da Ospitale per i pellegrini che percorrevano la Francigena. Il sito in questione racconta con grande efficacia le trasformazioni intercorse tra il mondo classico e quello medievale. La moderna azienda agricola “La Piana” era nel Medioevo una villa di proprietà della ricca famiglia dei Tolomei di Siena, donata successivamente all’Ospedale di Santa Maria della Scala. Nel suo aspetto attuale si presenta come villa aristocratica rurale, pur mantenendo una connotazione militare e difensiva nell’edificio principale.

 PROGETTO LB5.077

“JUBILEE!”

di Andrea Caruso

MILANO

“Jubilee!” è l’app gratuita dedicata ai luoghi sacri di Roma e al suo turismo religioso.

L’obiettivo è di svilupparla prima del Giubileo straordinario del 2016; il portale infatti aiuterà tutti i fedeli ad orientarsi tra le mura di Roma, avendo la possibilità di :
– ascoltare le guide audio dei principali luoghi di culto, in multilingua e senza bisogno di un accompagnatore
– essere informati sugli orari di apertura/chiusura e della celebrazione delle messe
– acquistare comodamente online i biglietti salta fila per i musei vaticani
– acquistare “tour guidati” e mezzi di trasporto in città (es: biciclette- Bus turistici – Risciò – Motorini)
– essere aggiornati sulle vantaggiose offerte dei punti di ristorazione più vicini alla propria posizione.
L’app prevede inoltre la presenza di tour personalizzati in base ai giorni di pernottamento. Tali itinerari contemplano tutto il necessario a raggiungere le mete previste, indicandone: i mezzi pubblici collegati, le strade più brevi, gli orari di apertura e le descrizioni storico, artistiche e religiose dei principali siti.

Il tutto attraverso una tecnologia di geolocalizzazione che accompagnerà il turista dall’inizio alla fine della sua attività.
Per effettuare una prima prova di Jubilee! collegatevi al sito: http://invis.io/8J2LEYC2H

 PROGETTO LB5.071

“Samnium Ancestral Roots”

di Alessandro BovinoMarianna Iacoviello 

BENEVENTO

Samnium Ancestral Roots è una piattaforma web per lo sviluppo del turismo genealogico nell’area sannita.

Lo scopo è quello di supportare i genealogisti affiancando al lavoro di ricerca quello di riscoperta delle proprie origini sannite tramite l’offerta di vere e proprie esperienze turistiche uniche, autentiche e genuine.

Obiettivo principale è il coinvolgimento attivo del visitatore nelle tradizioni, negli usi e nei costumi delle località dei propri antenati con tour personalizzati in modo da ricongiungere familiari eventualmente in vita e promuovere realtà ed identità locali troppo spesso dimenticate.

Coloro i quali non avranno la possibilità di vivere in prima persona questo tipo di esperienza oppure desiderano restare in contatto con i luoghi dei propri avi, potranno usufruire di tour virtuali e di uno streaming live e on demand per gli eventi, i laboratori artigianali e le lezioni di cucina con successiva possibilità di acquisto di prodotti tipici.

 PROGETTO LB5.040

“M.A.P.S.”

di Consuelo Agnesi, Carlo Di Biase, Beatrice Poggi, Amir Zuccalà

ROMA

Negli ultimi tempi l’attenzione sui temi relativi all’accessibilità in ambito culturale si è alzata, sia perché le Istituzioni sono su questi temi divenute più ricettive, sia perché il tema del turismo sociale si sta affacciando seriamente sul mercato e molti sono i progetti e le proposte che vengono avanzate da privati, associazioni e aziende per rendere accessibili una mostra o un museo. Ciò nonostante, sebbene queste iniziative siano lodevoli, esse risultano spesso essere scarsamente pubblicizzate e di difficile raggiungimento da parte delle persone sorde, che ne rimangono quindi all’oscuro.

Il progetto M.A.P.S., Musei e luoghi d’arte Accessibili per le Persone Sorde nasce in risposta a questa situazione e mira a contribuire all’abbattimento delle barriere della comunicazione attraverso la realizzazione di un sito web che possa ospitare segnalazioni di siti museali e archeologici che abbiano reso disponibili percorsi od eventi accessibili, per mezzo Negli ultimi tempi l’attenzione sui temi relativi all’accessibilità in ambito culturale si è alzata, sia perché le Istituzioni sono su questi temi divenute più ricettive, sia perché il tema del turismo sociale si sta affacciando seriamente sul mercato e molti sono i progetti e le proposte che vengono avanzate da privati, associazioni e aziende per rendere accessibili una mostra o un museo.

Ciò nonostante, sebbene queste iniziative siano lodevoli, esse risultano spesso essere scarsamente pubblicizzate e di difficile raggiungimento da parte delle persone sorde, che ne rimangono quindi all’oscuro. Il progetto M.A.P.S., Musei e luoghi d’arte Accessibili per le Persone Sorde nasce in risposta a questa situazione e mira a contribuire all’abbattimento delle barriere della comunicazione attraverso la realizzazione di un sito web che possa ospitare segnalazioni di siti museali e archeologici che abbiano reso disponibili percorsi od eventi accessibili, per mezzo di una mappa interattiva. Sarà un nuovo canale di accesso alle informazioni relative ai luoghi culturali presenti con i loro specifici servizi accessibili per visitatori sordi italiani e stranieri i quali potranno facilmente orientarsi tra le varie opportunità di visita  e reperire tutte le informazioni necessarie attraverso schede appositamente compilate con le accurate descrizioni di tutti i servizi offerti da ciascuna struttura museale e filmati in lingua dei segni. L’area web, accessibile, dinamica e multimediale, si strutturerà come portale di accesso e mappatura in merito alle principali risorse museali, aree archeologiche, Istituti, che abbiano realizzato percorsi accessibili (visite guidate in LIS e LIS tattile, laboratori didattici, strumenti tecnologici a integrazione delle audio guide, ecc.), organizzato come un canale informativo aggiornato che dia tempestiva informazione circa i principali eventi culturali e mostre sul territorio locale e nazionale. L’area web fungerà da catalizzatore e diffusore di buone prassi e da raccordo per tutte le strutture a Roma ed in Italia per lo scambio di informazioni ed esperienze relative al settore dell’accessibilità dei beni culturali, dando visibilità a tutte quelle attività e progetti ora difficilmente reperibili e fruibili da persone con disabilità sensoriali.

Il sito fungerà da punto d’incontro in cui persone sorde e sordo-cieche potranno orientarsi con autonomia per mezzo di una mappatura che evidenzi strutture, siti museali, aree archeologiche – in ogni regione – con la presentazione di semplici schede descrittive, con testi fruibili e ad alta comprensibilità e filmati in Lingua dei Segni Italiana (LIS) e Segni Internazionali (IS) e/o American Sign Language. Il progetto prevede anche il futuro collegamento ad un’applicazione dedicata che permetterà all’utente il facile accesso anche attraverso dispositivi mobili come smartphone e tablet.