LB11.060P_Covid and drugs, dual health challenge
Per partecipare al concorso i progetti vanno inviati entro:
di Michele Fioroni, Samuele Safuen Shili e Antonio Campana
L’idea è nata dal desiderio di Michele di mettersi in gioco e affinare le proprie abilità in campo ingegneristico, dopo essere venuto a conoscenza del concorso. Successivamente ha voluto estendere l’iniziativa al suo amico Antonio. Inizialmente il lavoro consisteva in una rielaborazione e adattamento della tesina di maturità di Michele che consisteva in un distributore automatico di farmaci per persone affette da demenza. In fase di progetto ci siamo resi conto che soluzioni simili erano già presenti sul mercato, quindi ci siamo trovati momentaneamente sconfortati. Parlando con Samuele, ragazzo che studia Tecniche della riabilitazione psichiatrica, siamo venuti a conoscenza del problema riguardante i pazienti con doppia diagnosi (tossicodipendenza e disturbo mentale) durante il periodo Covid: potendo recarsi al servizio per le dipendenze (SerD) più sporadicamente, gli operatori sanitari erano costretti a consegnare al paziente in quella circostanza la dose di metadone atta a coprire periodi più lunghi. Questo ha portato all’aumento del rischio di morte per overdose, a causa dell’assunzione di più pastiglie in un’unica volta. Questa notizia ci ha fatto pensare che il nostro dispenser, reso infrangibile, sicuro e programmato per erogare una dose all’orario prestabilito, poteva essere utilizzato per risolvere questa problematica. Il dispositivo, fornito in dotazione al singolo paziente, potrebbe essere ricaricato dall’operatore a seconda delle esigenze di cura, per evitare che l’utente si rechi assiduamente al centro. Oltre all’investimento in termini di sicurezza, l’innovazione, a nostro parere, riguarda anche l’avvio di una collaborazione tra studenti universitari di dipartimenti diversi, nostro malgrado ancora poco frequente nella pratica universitaria. Le attività relative al nostro progetto, finora realizzate, riguardano la messa in tavola dell’idea in un modello 3D e la consultazione del personale medico per avere la conferma che questo progetto soddisfacesse una reale esigenza, scoprendo in questa occasione che l’idea potrebbe essere impiegata anche per risolvere criticità legate alle persone affette da disturbi psichiatrici in generale. Nel nostro gruppo nessuno ha mai partecipato a un concorso per startup.