LB2P_045_Piano Sanitario Alimentare

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Progetto presentato da: Francesco Pelizza

 

Il concetto che voglio esprimere è ” se ma mangi bene spendi bene, se mangi male spendi male !!”.La mia proposta consiste nel produrre un piano di alimentazione (che può essere applicato a livello provinciale, regionale o statale), regolamentato al livello di acquisto del consumatore. E’ possibile stimolare l’acquirente al consumo di prodotti salutari e salubri, premiando le quantità e le frequenze di acquisto di tali alimenti con sconti crescenti, dandogli invece delle limitazioni sull’acquisto di prodotti nutrizionalmente scorretti in modo che essi ne possano eseguire un consumo moderato nel tempo, limitando la frequenza e le quantità di acquisto di tali prodotti, che se consumati in eccesso, aumentano le probabilità di accumulare dismetabolismi di entità sempre maggiore, potendo sfociare in patologia.Oltrepassare le soglie tollerate (da definire a tavolino), di suddetti alimenti, comporterebbe una maggiorazione del prezzo di acquisto di tale prodotto, man mano che aumentano frequenza e quantità di acquisto.La maggiorazione del prezzo, andrebbe indirizzata per parte minore (20-30%) allo stato, al sistema sanitario nazionale (o locale), e in parte maggiore (70-80%) alla ricerca italiana, che può fare tanto per curare le patologie umane e portare innovazione tecnologica e culturale (vedi biologia molecolare e nutrigenomica).Essenzialmente potrebbe essere definito un “Piano Sanitario Alimentare”, con il quale si può controllare anche coloro che già sono portatori di malattie conclamate, limitando ad esempio un diabetico all’acquisto smodato di dolci e alimenti non corretti per la sua patologia, e potendo consultare un database di tutti gli acquisti effettuati, per riscontrare eventuali inadempienze alla dieta controllata, che il soggetto deve eseguire per aggravare il meno possibile il suo stato di salute.(Opzione): Si potrebbe comprendere in questo piano, anche un sistema di privilegio per coloro che utilizzano bici al posto di auto per muoversi in città aumentando le piste ciclabili e la viabilità ciclistica, producendo bici con pannelli fotovoltaici che quando sono ferme caricano una batteria che può essere usata a livello domestico quando la persona rientra a casa, stimolando al contempo anche i non sportivi, ad eseguire attività fisica quotidianamente.