LB3P_137_Filo da sutura policromatico con evidenza della lunghezza residua
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Progetto proposto da: Elisa Ciglieri
Per sutura si intende una procedura chirurgica che consente di avvicinare i bordi di una ferita rendendoli solidali. E’ uno dei momenti principali di un intervento e ne condiziona spesso l’esito.
I materiali dei fili da sutura si differenziano tra loro per una serie di caratteristiche particolari e fondamentali:
- Resistenza alla trazione o forza tensile
- Maneggevolezza
- Elasticità o plasticità
- Tenuta del nodo
- Durata o tempo di riassorbimento ideale
- Resistenza alle infezioni o ridotta capillarità
- Iporeattività o compatibilità
In genere, si distinguono suture riassorbibili, che vengono degradate, e suture non assorbibili, che possono necessitare di rimozione poiché non vengono degradate dall’organismo, oppure permanere come suture permanenti.
Si riconoscono poi fili di origine naturale (cat-gut, seta, collagene, cotone, lino), di origine artificiale che derivano da materiali organici (acciaio) o di origine sintetica (polipropilene, poliammidi, poliesteri).
I fili poi si distinguono a seconda della loro struttura, se a monofilamento o polifilamento intrecciato o ritorto.
Questa proposta di progetto si pone come obiettivo quello di ottenere dei fili da sutura con una caratteristica aggiuntiva rispetto a quelle elencate sopra: un indicatore di lunghezza residua.
E’ possibile, infatti, riscontrare fili da sutura monocromi che contengono colori biocompatibili (ex. Coloranti D&G della ditta Krendall) che li rendono più visibili durante le operazioni, ma non fili policromi, ossia contenenti uno spettro di colori che permetterebbero agli utilizzatori di capire la lunghezza del filo che hanno ancora disponibile mentre stanno operando.
Questa caratteristica ha come obiettivo quello di facilitare il lavoro di chirurghi/dentisti che si trovano ad operare in ambiente ristretti e con ridotta visibilità.