LB2F_113_Dispositivo microelettronico per la diagnosi precoce della malattia di Alzaimer

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Progetto presentato da: Giulio Rosati

La demenza causa la perdita delle abilità cognitive acquisite con alterazioni della sfera psichica ed emotiva ed è una sindrome la cui incidenza sta notevolmente aumentando nelle società occidentali, avendo superato nel 2010, i 9.95 milioni di affetti nella sola Europa (Rapporto Mondiale sull’Alzheimer 2010).

La demenza è causata nel 50-80% dei casi da Malattia di Alzheimer (Alzheimer Disease o AD) che in Italia conta circa 600.000 casi accertati. L’AD è, ad oggi, la seconda malattia cronica più costosa, considerando costi sanitari diretti, costi assistenziali ed i costi indiretti. Infatti, secondo il Rapporto Mondiale sull’Alzheimer 2010, la spesa totale in Europa per la demenza ammonta a circa 238 miliardi di dollari, con costi per persona che superano i 30.000 dollari nell’Europa occidentale.

In Italia il 66% degli affetti da AD non riceve una diagnosi precoce ed il tempo medio tra la comparsa dei sintomi e la diagnosi è di 14 mesi. Alla base di questi ritardi nella diagnosi, a parte la scarsa informazione delle persone che credono che il deficit cognitivo sia normalmente correlato all’età e che non esistano terapie utili ad incidere sul decorso della malattia, c’è una scarsa conoscenza dei sintomi da parte del medico ed un mancato riconoscimento della malattia.

Il progetto MEDAD mira alla sviluppo ed alla realizzazione di un innovativo kit diagnostico per la Malattia di Alzheimer in grado di permetterne la diagnosi precoce ed è caratterizzato da tre strategici vantaggi: l’essere un dispositivo di tipo usa-e-getta, a basso costo e di semplice utilizzo data la sua natura minimamente invasiva.

L’idea del kit per la diagnosi precoce dell’Alzheimer, denominato EAD-test,  nasce dall’unione di tre fattori chiave: Sociale, Medico, Tecnologico.

    La malattia di Alzheimer è alla base della maggioranza dei casi di demenza e nelle società occidentali costituisce ormai una patologia ad altissimo e sempre crescente impatto sociale, vista anche la tendenza all’aumento dell’età media della popolazione in queste società. Da queste considerazioni e dal fatto che attualmente non esiste cura per tale patologia degenerativa, emerge la necessità di arginarne l’impatto sociale e tentare di contrastare sul nascere l’insorgenza della malattia.
    L’avanzamento delle attuali ricerche sui marcatori biologici della malattia di Alzheimer presenti nel sangue e nel liquido cerebro spinale (fluido presente nel sistema nervoso centrale). In particolare si fa riferimento alle ricerche condotte presso l’ospedale e la ASL di Rieti, nel Lazio (partner del progetto MEDAD) finalizzate allo studio di alcune specifiche proteine legate all’insorgere della malattia.
    La competenza nel settore dei biosensori ottici ed elettrochimici del gruppo di ricerca a cui afferisce il proponente dell’idea, presso l’Università degli Studi di Padova. Tale competenza è basata su un’esperienza pluriennale nel settore che ha consentito al gruppo, di maturare un know-how tecnico/scientifico e di costruire una rete di collaborazioni indispensabile per la realizzazione del progetto. Inoltre il gruppo è già in possesso di tecnologie che consentono la realizzazione di biosensori a basso costo e con un altissimo livello di selettività nei confronti della sostanza di interesse.

Il progetto MEDAD si basa su una rete di collaborazioni tra enti di ricerca pubblici e privati, ASL ed aziende, che raccoglie tutte le competenze necessarie alla realizzazione del EAD-test. L’idea è nata da un gruppo di ricerca dell’Università di Padova (gruppo Biodevices), sulla base di uno studio epidemologico della ASL di Rieti sui biomarcatori sanguigni della AD. Da qui ci si è spinti a trovare ed ottimizzare un sistema microbiologico per la rilevazione di questi biomarcatori, sfruttando le competenze del distretto veneto per le Nanotecnologie, Veneto Nanotech e attivando accordi con aziende in grado di offrire le competenze industriali per le realizzazione dei kit veri e propri (Next Step Engineering srl e Matrix srl).

Il kit diagnostico proposto trova essenzialmente tre ambiti di applicabilità: la diagnosi precoce dell’AD, attualmente non eseguibile su larga scala con altre tecnologie, il monitoraggio del decorso della malattia in modo quantitativo invece che qualitativo ed infine lo screening di massa, possibile grazie al suo basso costo ed al livello pressochè minimo di invasività.