Il disinquinamento delle acque può essere effettuato progettando un batterio ‘intelligente’, non pericoloso per l’uomo, capace di rilevare la presenza di metalli pesanti (ad esempio arsenico, piombo, mercurio ecc) e di inglobarli. I batteri e, di conseguenza, gli inquinanti in essi contenuti possono essere rimossi dalle acque mediante un filtraggio, provvedendo in tal modo alla depurazione.
Anziché utilizzare i metodi tradizionali per rilevare il livello di inquinamento, saranno utilizzati gli stessi batteri ingegnerizzati, contenuti in un semplice kit. Questo è costituito da una provetta, contenente la coltura batterica immobilizzata da un supporto rigido sul fondo. Una piccola quantità di acqua di analizzare (circa 50 ml, pari a ½ bicchiere) sarà versata nella provetta ed entrerà in contatto con i batteri, che assumeranno una colorazione differente a seconda della quantità e della qualità degli inquinanti presenti, comportandosi in questo modo da ‘bio-‐sensore’.
Una volta determinati, mediante tali analisi, sia i livelli di inquinamento che le tipologie di inquinanti, saranno introdotti nei bacini da depurare i batteri intelligenti ingegnerizzati per lo specifico tipo di inquinamento rilevato. Questi, in un tempo che dipende dal tipo di depurazione da effettuare, ingloberanno i metalli pesanti.
A processo ultimato, l’acqua potrà essere filtrata, rimuovendo i batteri e i metalli pesanti assorbiti al loro interno. In tal modo, l’acqua risulterà depurata. I batteri intelligenti saranno realizzati mediante tecniche di biologia sintetica, una nuova ed emergente disciplina che si colloca all’interfaccia tra ingegneria e scienze della vita e che consente la progettazione di soluzioni razionali e modulari: i batteri potranno, infatti, essere opportunamente ingegnerizzati per rispondere con efficienza alle specifiche esigenze di applicazione.
In questo modo, sarà portata sul mercato una soluzione innovativa e versatile per risolvere una grave piaga sociale.