LB1P_043_Riabilitazione robot-assistita
Per partecipare al concorso i progetti vanno inviati entro:
Progetto proposto da: Ivana Cusmano
L’invecchiamento della popolazione ed il consolidarsi di situazioni croniche, la limitazione delle risorse e la conseguente ricerca di approcci che garantiscano la necessaria continuità di cura, rappresentano il nuovo quadro nel quale il riabilitatore si trova ad agire. L’impiego delle
tecnologie in ambito riabilitativo è oramai un fatto consolidato da diversi anni di applicazione, perciò è sempre più importante introdurre nuove tecniche, che possano giovare sia ai pazienti che al sistema sanitario, ottimizzando e potenziando l’intervento dei terapisti. Proprio in quest’ottica si è assistito ad una sempre maggiore diffusione della robotica, anche grazie all’esponenziale evoluzione dal punto di vista
tecnologico a cui è stata soggetta negli ultimi anni.
In questo senso, i trattamenti robotici hanno apportato numerosi vantaggi, migliorando anche la qualità delle tecniche riabilitative, grazie alla possibilità di incrementare l’intensità del trattamento e proponendo esercizi compitospecifici, apportando così vantaggi dal punto di vista
funzionale ed organizzativo.
L’idea che viene proposta è quella di associare la riabilitazione robot-assistita a tecniche di rilevazione del movimento, in modo da proporre trattamenti ancora più coinvolgenti e motivanti e che possano essere automaticamente adeguati alla prestazione motoria del paziente durante il corso della riabilitazione. Grazie a questa tecnica, il terapista potrebbe essere in grado di quantificare le alterazioni della percezione della posizione spaziale assunta da un’ arto del paziente, valutarne il recupero durante la riabilitazione ed, eventualmente, proporre nuove strategie riabilitative. Tali valutazioni e trattamenti prevedono la realizzazione di un sistema che possiede la proprietà di
indipendenza dallo strumento sul quale viene utilizzato e può, dunque, essere facilmente implementabile su tutti i robot già disponibili in commercio ed, eventualmente, su nuovi dispositivi che siano in grado di sfruttare, appunto, questo nuovo tipo di misura.
Questa tecnica introduce un monitoraggio, fornito da un sensore di immagini (una telecamera), delle posizioni assunte dall’arto del paziente durante l’esecuzione di compiti motori specifici. Un software di elaborazione dedicato consente di risalire alle alterazioni della percezione spaziale e, quindi, adattare i compiti motori che vengono proposti al paziente.
Si ottiene in tal modo una nuova modalità di training basata non solo sul recupero della prestazione motoria ma anche di quella sensoriale (training sensori-motorio). In pratica, nell’interazione tra sensore e software del robot, quest’ultimo può disporre di informazioni relative all’alterazione del sistema propriocettivo del paziente e adattare, di conseguenza, gli esercizi che vengono proposti.
Questa tecnica dovrebbe favorire un più rapido recupero della prestazione motoria e garantire una migliore prestazione funzionale del paziente, con il conseguente miglioramento della sua qualità di vita. Come conseguenza questa tecnologia dovrebbe poi consentire anche una riduzione dei costi sanitari ed un maggiore sfruttamento delle risorse.
Le disabilità derivanti da patologie del sistema muscoloscheletrico o del sistema nervoso centrale possono incidere considerevolmente sia sulla qualità di vita della persona che sui costi sostenuti dal sistema sanitario. La riduzione della disabilità rappresenta, quindi, un fabbisogno di questo settore di popolazione che ha una forte impronta sociale e che comporta, sicuramente, un incremento dei costi sociali diretti e indiretti.
Ciò che si è pensato è di introdurre un sistema di acquisizione ed elaborazione di immagini che permetta di valutare la posizione assunta dal paziente a seguito di determinati esercizi proposti e che possa, da un lato, accelerarne il recupero e, dall’altro, oggettivarlo tramite misure quantitative ottenute sia per mezzo del dispositivo robotico, sia del sistema ottico, che in questo caso fornirebbe preziose informazioni sull’ integrità del sistema sensoriale dell’individuo sottoposto a trattamento riabilitativo.
Con questa tecnologia possiamo immaginare di proporre, ad esempio, specifici esercizi per il training del senso del tatto. In pratica, il robot verrebbe sfruttato per proporre l’interazione virtuale con forme e materiali diversi, che sarebbero di volta in volta adattati sulla base delle misure effettuate per mezzo della videocamera.
Un aspetto molto importante che caratterizza questo sistema è l’indipendenza dalla tipologia di robot sul quale viene utilizzato, infatti è facilmente implementabile su tutti i dispositivi robotici, quindi dovrebbe essere facilmente sfruttabile anche su strumenti già disponibili. Inoltre può apportare miglioramenti nel calcolo dei parametri di movimento ed una maggiore precisione nella valutazione del recupero che verrebbe così ottenuta attraverso parametri quantitativi anziché tramite le consuete scale cliniche.
L’originalità della proposta è determinata dal fatto che, attualmente, esistono dispositivi per il training e sistemi di analisi del movimento, anche complessi, che vengono utilizzati in maniera indipendente. La loro integrazione mira allo sviluppo di nuove modalità di riabilitazione che possano incidere sull’ intensità del trattamento senza un corrispondente incremento dei costi e sulla specificità degli esercizi proposti che potrebbero essere automaticamente adattati alle esigenze ed alla disabilità del paziente, riducendo in tal modo i tempi di recupero.
I benefici per la collettività sono diretti, in quanto si può prevedere un incremento della qualità di vita del paziente grazie alla riduzione della sua disabilità e indiretti, in quanto dovuti ad un migliore e più rapido reinserimento del paziente nella società e nell’ambito lavorativo, con conseguente riduzione dei costi per mancata produttività o maggiore richiesta di servizi ad alto impatto economico.