LB.13 012 Recupero Oro
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In questo progetto abbiamo cercato di perfezionare un metodo di recupero dell’oro dai circuiti inutilizzabili, attraverso un processo di ossidazione seguita da una riduzione, il tutto cercando di utilizzare sostanze, il più possibile, poco impattanti per l’ambiente. Il procedimento che abbiamo utilizzato prevede l’utilizzo di un comune ossidante in ambiente acido e un derivato dell’acido citrico. Tutto questo rende lo smaltimento dei rifiuti più gestibile dei processi presenti in rete, da cui siamo partiti. L’idea del progetto ci è venuta, venendo a conoscenza della quantità di rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche, RAEE, che vengono prodotte ogni anno, dalle 20 alle 50 milioni di tonnellate che contengono circa 320 tonnellate d’oro per un valore di più o meno di 15 miliardi di euro, e il fatto che in Italia molte di queste risorse non vengano recuperate.
La maggiorparte dei metodi, noti, prevede l’utilizzo di acido nitrico e acido cloridrico per ossidare l’oro, seguita da una riduzione e relativa precipitazione tramite Sali di stagno, o urea. Il processo, ripetuto sia su lamine d’oro, che sui circuiti presenta diversi problemi, sia di tossicità, che di ecosostenibilità e con tutti questi aspetti negativi, abbiamo deciso di provare a trovare altri ossidanti e riducenti.
Il progetto proseguirà nello sviluppo di metodi via via sempre più ecosostenibili e meno pericolosi per gli operatori.
Di Bagnasco Sara e Caliò Giosia -5^ABS
(docente di riferimento Alberto Marchetti)
Dell’istituto “Carlo Gallini” – Corso Rosselli,22 – 27058 Voghera (PV)