LB8P_008_Il giardino di Amaltea

Per partecipare al concorso i progetti vanno inviati entro:

Progetto proposto da Adriana Puglia, Giuseppe Palmeri, Maria Concetta Visconti

Il giardino di Amaltea è una struttura realizzata attraverso il riutilizzo sociale di beni confiscati (legge 109/96) che, investendo sull’approccio terapeutico di un’attività semplice e secolare come l’agricoltura, estende i suoi servizi a favore di persone che presentano forme di svantaggio psico– fisico, soggetti deboli o a rischio di marginalizzazione attraverso servizi educativi, culturali, occupazionali e di supporto alle famiglie e alle istituzioni. È una fattoria a tutti gli effetti, ma ha una natura imprenditoriale e cerca di riprodurre un modello di economia sociale, mirato a coniugare il profitto dell’azienda con il bene della collettività. L’opportunità più significativa che offre è quella di insegnare un mestiere a persone socialmente marginali, come detenuti ed ex detenuti, disoccupati di lungo corso, minori in condizioni di disagio, persone sottoposte a varie dipendenze o soggette a discriminazioni e pregiudizi, persone con disabilità psico – fisica. L’offerta formativa e lavorativa delle fattorie sociali è davvero ampia e riguarda le attività agricole, d’allevamento e quelle delle filiere produttive (olio, formaggio, latte e pane …). Alla base del progetto sussiste la convinzione, che il contatto con la natura riesca a stimolare capacità emotive e comportamentali, ma non solo; inoltre la cura della terra e degli animali può diventare una risorsa per un futuro lavorativo in autonomia.

 

The garden of Amalthea is a social structure made by reusing confiscated (Law 109/96, which invests on the therapeutic approach of a simple task and secular as agriculture extends its services for people with forms of psycho-physical disadvantage vulnerable or at risk of marginalization through educational, cultural, employment services and support to families and institutions. Is a farm in all respects, but entrepreneurial in nature and seeks to reproduce a model of social economy, aimed to combine the profit of the company with the good of the community. The most significant opportunity that it offers is to teach a craft to people socially marginal, as prisoners and ex-prisoners, long term unemployed, minors in conditions of hardship, people subjected to various addictions or subject to discrimination and psycho-physical prejudices and persons with disabilities. The training and employment of social farms is really wide about agricultural activities, and those of the productive sectors (oil, cheese, milk and bread …). Behind the project is the belief, that the contact with nature can to stimulate emotional and behavioural skills, but not only. Also the care of the land and the animals can become a resource for a future career in autonomous.